domenica 30 novembre 2008

MODI DI "GOVERNARE" - 2

Un altro contributo per chiarire come verranno utilizzati i soldi dei contribuenti. Se non è istigazione all'evasione fiscale ci manca veramente poco: di seguito un intervista illuminante.

Intervista a Remo Calzona, il supertecnico che presiede il comitato per la verifica di fattibilità
"Caro e anche pericoloso"Bocciato il ponte sullo Stretto
di ANTONELLO CAPORALE

Una elaborazione al computer del ponte sullo Stretto di Messina
L'UOMO del Ponte si chiama Remo Calzona. Al dipartimento di ingegneria strutturale e geotecnica della Sapienza di Roma tutti lo conoscono. E anche a Reggio Calabria. Decine e decine di sopralluoghi tra Scilla e Cariddi e viaggi in tutto il mondo. Figura illuminata a cui prima l'Anas (1986) poi il governo (2002) hanno affidato la presidenza del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità della grandiosa opera del Ponte sullo Stretto. "La soluzione progettuale mi appare oggi assai costosa e per nulla immune da crisi strutturali". Ahi, casca il Ponte? "Bellissima domanda alla quale rispondo con Popper (ho rubato al suo pensiero il titolo del mio ultimo lavoro): La ricerca non ha fine". L'uomo è fallibile. "In Danimarca il ponte sullo Storebelt ha patìto il fenomeno del cosiddetto galopping. Il nastro d'asfalto si è andato deformando, tecnicamente è una deformazione ortogonale alla direzione del vento". Su e giù, come fosse un grosso serpente. "Esattamente così. Una deformazione, dovuta al fluido dinamico che impone di bloccare per motivi di sicurezza il passaggio di cose e persone. Ma il ponte si realizza proprio per permettere il transito ininterrotto". Se soffia il vento a Scilla, ponte chiuso. "Anche cento giorni all'anno". Lei propone di ridurre l'ampiezza delle campate da 3300 a 2000 metri. "Ci siamo accorti che la riduzione azzera quel fenomeno". Ma nel 2002 era di diverso parere. "Bellissima considerazione: mi viene in aiuto ancora Popper. La scienza misura i suoi passi sui propri errori".
I ponti si costruiscono ma ogni tanto cadono. "Hai voglia se cadono! Nel secolo scorso abbiamo conosciuto il collasso provocato dalla fatica dei materiali". Come un asinello che si stanca e stramazza al suolo. "Carichi ripetuti sulla medesima struttura, fatica sviluppata fino al punto di insostenibilità". Crash. "Con la crisi del ponte di Tacoma, sopra Los Angeles, ci siamo accorti di un altro elemento destabilizzante, chiamato fletter. Sempre causato dal vento". Il vento eccita, maledetto lui. "Eccita". Adesso siamo di fronte al galopping. "Fare un ponte e spendere tanti quattrini per vederlo chiuso che senso ha?". Ne ha parlato con la società dello Stretto di Messina? "Pensi che l'amministratore delegato, l'ingegner Ciucci, mi ha persino diffidato a pubblicare il libro che documenta le mie nuove ragioni". E perché? "E che ne so! Uno gli dice che si può fare un ponte con meno della metà dei soldi e più sicuro e si sente trattato in questo modo". Lo deve dire a Gianni Letta. "Io scrivo e riscrivo. Soprattutto a Letta: guarda che così non va". Ma Impregilo, la ditta costruttrice, ha il suo progetto. Chiederà penali. "Chiamassero me: la metterei in ginocchio". Professore: e se tra tre anni, o cinque o dieci lei scova qualche altro errore? "Bellissima domanda: rispondo ancora con Popper. Lavoriamo sugli errori e sull'esperienza per fornire una soluzione progettuale che riduca il rischio di collasso della struttura entro limiti convenuti". Limiti convenuti. "Io non sono un mago".

MODI DI "GOVERNARE" - 1

Non ho abbonamenti a Sky, e dunque dal punto di vista economico non avrò nessun aggravio di costi se aumenterà l'Iva sulle Pay-Tv. Ma lo ritengo un'ulteriore segnale, se ce ne fosse bisogno, di come il governo Berlusconi sta lavorando. Leggetevi l'articolo seguente:


La pay-tv protesta con una nota dell'ad italiano: raddopiata la tassa sugli abbonati. Così l'esecutivo colpisce oltre quattro milioni e mezzo di famiglie"
Crisi, sull'Iva Sky contro il governo"E' un'altra tassa sulle famiglie"
Insorge anche il Pd: "Così il premier di Mediaset colpisce la concorrenza"

ROMA - Nel pacchetto anticrisi varato ieri dal governo c'è anche la sorpresa pay-tv. Vale a dire il raddoppio dell'Iva sugli abbonati. Decisione che da infuriare la tv di Murdoch, leader in Italia nel settore. Con tanto di nota ufficiale dell'amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge. I toni sono durissimi. "In una fase di crisi economica i governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese con l'obiettivo di generare sviluppo e nuovi posti di lavoro. Ad esempio, questa settimana, il primo ministro inglese Gordon Brown ha annunciato una riduzione dell'Iva dal 17,5% al 15%. Ieri invece il governo italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio dell'Iva sugli abbonamenti alla pay-tv dal 10 al 20%". Tom Mockridge dunque non usa mezzi termini nel criticare la norma approvata ieri dal Consiglio dei ministri. E ricorda che "dal 2003 Sky ha costantemente investito in Italia trainando la crescita dell'intero settore televisivo, grazie a questi investimenti e senza sussidi da parte del governo". Inoltre, prosegue, "Sky oggi dà lavoro direttamente ad oltre 5000 persone e ad altre 4000 nell'indotto, più del triplo del totale dei dipendenti sommati di stream e tele+ nel 2003. Con la decisione annunciata ieri le tasse generate grazie agli abbonati di Sky cresceranno a 580 milioni di euro, una crescita evidentemente in contrasto con l'affermazione del governo che questo pacchetto 'sostiene lo sviluppo delle imprese'".
Dunque, puntualizza, "deve essere chiaro che questo provvedimento è un aumento delle tasse per le oltre 4.6 Milioni di famiglie italiane che hanno liberamente scelto i programmi di Sky. Informeremo immediatamente i nostri oltre 4,6 milioni di abbonati di questa decisione del governo di aumentare le loro tasse, affinchè in questi tempi difficili abbiano chiaro che cosa sta accadendo alla loro capacità di spesa". Ma il provvedimento non è piaciuto neppure al Partito democratico, che denuncia il palese conflitto d'interessi. "Il raddoppio dell'Iva per la tv a pagamento inserito a sorpresa nel decreto anti crisi del governo ha tutta l'aria di un blitz contro Sky, il principale concorrente privato di Mediaset", denuncia Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd. "L'azienda di proprietà della famiglia Berlusconi - aggiunge - non è infatti coinvolta dall'aumento visto che la norma del 1995 abrogata ieri riguarda solo la tv via satellite e via cavo. L'eventuale coinvolgimento di Mediaset, lamentato dall'azienda di Cologno ieri a tarda sera, sarebbe comunque insignificante perché relativo non alle carte prepagate del calcio ma soltanto agli abbonamenti mensili per alcuni canali digitali. In pratica, anche se fosse vero questo coinvolgimento, sarebbe infinitesimale". "In ogni caso - conclude Gentiloni - sarebbe molto grave che ad essere colpiti dal blitz governativo fossero alla fine i quasi 5 milioni di abbonati a Sky. Nei prossimi giorni ci rivolgeremo alle Autorità di garanzia per verificare se la norma anti Sky non è un caso classico di quel 'sostegno privilegiato' all'azienda di proprietà di Berlusconi che è vietato anche dalla nostra blanda normativa sul conflitto di interessi". E all'attacco va anche il ministro ombra dell'Economia Pierluigi Bersani. "L'onorevole Berlusconi - si chiede ironicamente - era presente al Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto anti crisi? In quel decreto c'è una tassa sulla pay-tv che pagheranno milioni di famiglie e che pesa uno per le aziende del presidente del Consiglio e cento per un suo concorrente". "Benché ci si siamo ormai abituati a tutto - aggiunge Bersani - voglio credere che una simile stortura del mercato non passi inosservata. Sarà una buona occasione per sapere quanti liberali ci sono in Parlamento". Dello stesso tenore il commento dell'Italia dei Valori. "La 'tassa Sky' - afferma il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi - è l'ennesimo caso che dimostra ancora una volta la necessità e l'urgenza di risolvere il conflitto d'interessi nel nostro paese. Un'anomalia unica nel panorama delle democrazie occidentali". "E' singolare - prosegue - che tra i provvedimenti ce ne sia uno che colpisce direttamente un'azienda concorrente di Mediaset. Un caso del genere non sarebbe mai stato possibile né negli Usa né in un altro paese europeo". Sulla polemica interviene pure l'Udc, chiedendo al governo di ritirare il provvedimento. "Siamo certi che si tratti di un errore, perché sarebbe quantomeno improvvido, oltre che sbagliato, da parte del presidente del consiglio colpire l'unica azienda privata in reale competizione con Mediaset", afferma il capogruppo del partito in commissione di Vigilanza sulla Rai Roberto Rao. "Comunque - continua - c'è tutto il tempo per rimediare, visto che da parte del governo è stata annunciata la disponibilità ad accogliere le osservazioni dell'opposizione su questo decreto". Ma il governo, per bocca del sottosegretario all'Economia Luigi Casero, smentisce che il provvedimento sia stato pensato come favore alle tv del presidente del Consiglio. "A nessuno sfugge - afferma - che l'incertezza del momento si porta dietro la possibilità di richiedere sacrifici anche a tutto il comparto televisivo. Non c'è dunque alcuna persecuzione o calcolo politico il governo va avanti nella consapevolezza che di fronte alla crisi globale dell'economia sia doveroso aiutare le famiglie e le imprese". (29 novembre 2008)

mercoledì 5 novembre 2008

è nato 'no criàturo, è nato nìro...

E' meraviglioso, Barack Obama è il nuovo presidente
degli Stati Uniti.


Gli "osanna" si levano in cielo e rimbalzano tra la selva infestante dei satelliti, che li diffondono e li amplificano per tutto il globo terracqueo e oltre: è un altro cambiamento epocale a cui abbiamo la fortuna di assistere. Dopo l'uomo sulla luna e il crollo del muro di Berlino ecco che un Negro conquista la Casa Bianca: un paradosso lessicale e cromatico di portata infinita.
Tutto il mondo è in festa, tutti salutano con affetto e ammirazione il vincitore e intimamente gli affidano una speranza cieca, messianica: è l'uomo che risolverà tutti i nostri problemi !! E così facendo si certifica una volta di più che gli Stati Uniti sono quelli che ancora indubbiamente comandano, e fanno, e disfano... evviva i padroni del mondo, esempio di democrazia per tutti. Certo, benché mai troppo filoamericano, anch'io sono felice: che Obama sia un democratico, che paia molto attento alle tematiche ambientali, che parli della necessità di collaborazione tra il suo e gli altri paesi, che abbia un approccio meno guerrafondaio alle crisi mondiali, che si batta per la pari dignità di ogni individuo, e anche che sia negro, perchè è un simbolo di riscatto per tutti i negri che hanno pagato con la vita le colonizzazioni e un pò per tutte le persone discriminate in base alla "razza", ieri come oggi. Ma aldilà di ogni ragionevole speranza è ancora tutto da dimostrare cosa Obama riuscirà a fare. Certo, si è esposto molto; certo, avrà delle responsabilità da far tremare i polsi; lo ammiro e non lo invidio.

Tuttavia ho dei sentimenti contrastanti...
...come di uno squisito pasto mal digerito...

...non ce la faccio ad unirmi al coro festante....

...sono intimamente felice per Obama....

....ma sono molto malinconico per la mia Italietta: in questa epoca così densa di avvenimenti storici, è un paese che va a marcia indietro, che calpesta i suoi cittadini migliori e anziché trarre lezioni di democrazia affonda nei miasmi di una dittatura strisciante e mafiosa, populista e razzista, classista e maneggiona. Oggi il mio ( sigh! ) Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, si è unito al coro degli alleluia e anche lui ha detto che la lezione che giunge dagli Usa è fenomenale: ma non era stato proprio lui pochi mesi fa a sparare a zero sul mio ( sigh!! doppio sigh!! ) attuale Presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, salvo rimangiarsi tutto pur di ottenere una pur comodissima poltrona? Perché tutto questo schifo in questo paese?

Ecco perché sono felice a metà: Obama è il presidente degli Stati Uniti, non dell'Italia.

E se Obama ci prestasse per qualche anno il buon McCain, che come prima dichiarazione dopo la batosta ha detto "Obama è il mio presidente e collaborerò con lui!"?

In definitiva è un conservatore, esattamente come Berlusconi, e, tacchi a parte, sono alti uguale...

Graziano