martedì 6 gennaio 2009

La Malmignatta Italiana

Ci risiamo.
L'aracnide di Arcore ci riprova. E riprova a mettere a segno il grande colpo. Dalla grande tela iniziata a tessere circa tre lustri orsono, è pronto a sferrare il morso fatale alla sempre più gracile democrazia.
Mentre i suoi ministri dichiarano che la bancarotta dello Stato è improbabile, ma non impossibile (?!?), mentre i più recenti rapporti sull'innovazione tecnologica (internet e banda larga) ci relegano agli ultimi posti per sviluppo ed utilizzo, mentre il suo governo taglia una parte degli incentivi ad aziende e privati per favorire le ristrutturazioni per le installazioni delle tecnologie per l'energia rinnovabile, mentre un gestore del circuito delle carte di credito sta progressivamente tagliando e bloccando le sue convenzioni e le transazioni attraverso Poste, per la completa inaffidabilità dei suoi sistemi di sicurezza e controllo, la malmignatta Presidente del Consiglio ci ha regalato l'ennesima esilarante battuta: è rimasto impressionato dalla tecnologia di Poste e si è detto pronto, al prossimo vertice G8/G20, a proporre la regolamentazione della rete nel mondo ed usare la tecnologia postale italiana!
Mi metterei a ridere se non avessi terminato le lacrime a forza di piangere.
Avvalendosi, inoltre, delle recenti sentenze per Bolzaneto e la Diaz, come esempio di grande democrazia per i fatti dell'ultimo G8 da lui presieduto, trattandosi questa volta di un "Gx", potrebbe inviare le sue squadracce fin dentro gli asili nido e le materne per evitare che potenziali comunisti crescano con insane pretese del diritto di manifestare.
Ma tutto torna: la malmignatta essendo un aracnide considerato velenoso, il nostro ragno di Arcore deve aver contratto una malattia autoimmune dagli effetti deliranti. Talmente pericolosa da fargli credere che la realtà reale sia quella da lui percepita.
Ma l'attacco agli strumenti, fin ora baluardo della libera informazione e dunque della democrazia, verrà sì sferrato dal ragno con le zeppe, ma pur sempre con l'assenso ed il silenzio di un'opposizione, che quando governava, per prima ha provato a far passare emendamenti e disegni di legge per regolamentare il world wide web. Quella stessa opposizione che alla fine ha accettato il candidato votato dal governo per presiedere la commissione di vigilanza RAI che, costituzionalmente spetta all'opposizione.
Proporre come modello la nostra "tecnologia" e le nostre "regole" è un bel gesto di spavalderia.
Spavalderia che, unita all'assenza di un'opposizione, unita ad un'assenza di pluralismo di informazione, unita a sentenze che continuano a non chiarire mai i fatti oscuri di questo paese, mi ricorda sempre di più i racconti di un periodo molto lungo vissuto da mio nonno.
E non è stato un periodo di democrazia.

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