domenica 1 febbraio 2009

Evviva!! A Gaza solo 600 morti anziché 1.300

Grazie sig. Cremonesi.
Grazie per averci fatto esultare sul fatto che le vittime del genocidio commesso a Gaza è stato solo di 600 invece delle 1.300 insinuate.
Grazie per averci regalato pagine del milgior giornalismo e di aver pubblicato notizie che nessuno ha avuto il coraggio di far sapere.
Ma vorrei soffermarmi esclusivamente sul numero presunto di vittime, il resto si commenta da solo.
Bene sig. Cremonesi, le faccio presente che il numero di vittime, in alcuni conflitti, ha avuto un rapporto tra le parti in guerra superiore di 1 a 3 soltanto in un caso: il Vietnam.
In quell'occasione il rapporto fu 1 a 25 con 58.200 morti tra le truppe americane e circa 1.500.000 tra quelle vietnamite (fonte wikipedia).
In altri conflitti si sono misurati morti:
2° Guerra Mondiale: Alleati 6.500.000 - Asse 10.600.000 (fonte wikipedis ed approssimativo e senza Russia e Cina); rapporto 1,6;
Guerra Russo cecena: Russia 4.200 - Cecenia 13.500 (fonte corriere della sera 23/07/02); rapporto 3,2;
Guerra dei Balcani: Serbi 2.400 - Bosniaci 6.300 (fonte articolo21.info); rapporto 2,6.

Ora, sig. Cremonesi, se vogliamo ridurre il numero dei morti ammazzati a Gaza ad un risultato sportivo, secondo le sue cifre, avremmo:
Israele 4 - Gaza 600; rapporto 150.

Sa, sig. Cremonesi, cosa significano queste cifre? GENOCIDIO!!
Ha fatto due conti Sig. Cremonesi?
Se ci fossero state le stesse percentuali in Vietnam i morti "gialli" sarebbero stati 225.000.000.
Nella seconda guerra mondiale, per i 6.500.000 di morti inglesi, americani, francesi, ci sarebbero stati 1.590.000.000 morti tedeschi e giapponesi. Bisognava riutilizzare le divise dei cadaveri almeno una decina di volte per trovare un numero adeguato di crucchi e kamikaze!
In Cecenia con le stesse percentuali ci sarebbero stati 2.025.000 di ribelli morti.
Nei balcani sarebbero stati 945.000 bosniaci.

Una guerra è una guerra quando si fronteggiano due eserciti.
Ma quando in un conflitto ci sono 4 morti da una parte, di cui 3 da "fuoco amico", e 600 o 1.300 dall'altra, emerge il fatto che non si stia combattendo una guerra: si sta commettendo un crimine senza che una delle parti possa difendersi.
E non c'è mai ragione di combattere una guerra.
E neppure lanciare missili.
Figuriamoci se si sentiva la necessità di fare una guerra dei numeri.


Augusto Tiberio Druso Massimo

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