domenica 12 aprile 2009

Le lacrime del Caimano - di Giulio Bailetti


L’Italia si sa è un Paese sismico, non voglio ripetere ora qui che noi italiani siamo di natura emotivi o sanguigni, voglio dire solo che da sempre da noi ci vengono molti terremoti. Le costruzioni dovrebbero quindi adeguarsi a questa situazione sismica e non viceversa, la situazione sismica adeguarsi alle nostre compiacenti costruzioni. Sì, sarebbe bello lo ammetto, questo sì. Però non succede sempre. Succede spesso, ma non sempre. Per molti anni le costruzioni stanno in piedi brillantemente, come se la nostra non fosse una zona segnata. Siamo stati furbi ancora una volta. Abbiamo speso molto meno e le case reggono lo stesso. Che fighi, mica come tutti quegli altri scemi.

Poi un giorno zac! Succede il quarantotto. Certo non sempre allo stesso posto e alle stesse persone. No, succede democraticamente per fortuna, una volta qua e una volta là e non troppo spesso, solo frequentemente. Anche la gente e le generazioni sono poi diverse e il ricordo non si tramanda sempre così limpido. Forse avere le palle significa anche saper insistere fino a che i terremoti si adeguino alle nostre costruzioni. Su questo credo che non ci piova. 

Berlusconi al funerale ha pianto, un pianto di liberazione e in un certo senso di solidarietà. Infondo sarebbe anche potuto succedere a lui, di rimanere sotto una di queste costruzioni ( che sa benissimo come sono state fatte ), magari mentre il giorno prima in conferenza stampa parlava. Era stato infatti anche visibilmente molto teso, oltre che illogico e sgrammaticato. Per questo ai funerali poi ha pianto veramente. Senza contare che piangere in mondovisione è, diciamo così, almeno fotogenico, non come piangere privatamente, che non interessa a nessuno. 

Un costruttore, anche se per ora in zone non troppo sismiche, che piange ai funerali dei terremotati, che significa?  Se è solo per questo, si dice anche che i coccodrilli piangano, anche se io non ne ho mai visti, ma comunque non in mondovisione, soffrendo pure un po’, mentre digeriscono la loro preda. Forse avrà anche pensato che un giorno dovrà pure personalmente rispondere di certi crolli. Non è poi detto che ai nati con la camicia, questa rimanga per sempre bianca. 

Noi italiani all’estero comunque, ci stiamo già preparando. Dobbiamo accogliere la prossima ondata di connazionali, prevalentemente da zone sismiche, ma non solo. Si tratta di trovargli case, lavoro e dignità. Noi cercheremo di non prenderli in giro.

12/04/09 - di Giulio Bailetti - “Incontri di letteratura spontanea” di Monaco di Baviera - www.megachip.info

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