venerdì 26 settembre 2008

Nei treni solo cani piccoli e in gabbia - di Elvira Serra - www.corriere.it

Sarà richiesto anche un certificato veterinario. Le misure prese dopo gli assalti di zecche e pulci

MILANO — Via i cani, via le zecche. La sintesi forse è eccessiva. Ma è più o meno così che il Gruppo Ferrovie dello Stato intende occuparsi del problema di pulci e affini nei vagoni. Dal primo ottobre, infatti, non sarà più possibile far salire sui treni cani di media e grossa taglia, cioè quelli che pesano più di sei chili. Mentre i più piccoli, e tutti gli altri animali, dovranno viaggiare dentro il trasportino.
E non basta. Su indicazione dell'Istituto superiore di sanità, ogni viaggiatore che non faccia parte del genere umano avrà bisogno di un certificato del veterinario (rilasciato da meno di un mese) che ne attesti l'assenza di «infestazioni o patologie trasmissibili». Sono esenti «i piccoli pesci». «I cani guida per ciechi continueranno tranquillamente a viaggiare», specifica l'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano. Ma ci tiene a chiarire che le iniziative anti-zecche sono tre. «Le norme sul trasporto dei cani, certo: e anzi voglio sottolineare che gli animali non pagheranno alcun biglietto. Ma abbiamo in cantiere anche modernissime procedure di disinfestazione, a caldo e a freddo, con certificazione di qualità: saranno impiegate dal 1˚ ottobre. E poi ci affideremo a nuove ditte per i servizi di pulizia, i primi bandi scadranno venerdì prossimo».
La sanzione per i trasgressori è di 100 euro, pari a quanto le Ferrovie pagherebbero per far disinfestare il vagone. Per tutto il mese di ottobre, però, chi non avrà il certificato del veterinario non dovrà pagare la multa. «Ci siamo adeguati alla normativa spagnola, un Paese che ha molte analogie con il nostro, a partire dal clima», conclude Soprano. Ben sapendo che il provvedimento non accontenterà tutti i proprietari dei sette milioni di cani presenti in Italia. Con un limite di sei chilogrammi, resteranno fuori dalle carrozze bassotti, dalmata, cocker e meticci. Per dirne alcuni. Senza contare i gatti obesi (i felini in tutto sono sette milioni e mezzo).

E infatti non si fanno attendere le reazioni degli animalisti. «Questo furore igienista è ridicolo. Quale sarà il prossimo passo? Il controllore guarderà le unghie e le orecchie di chi viaggia?», sbotta l'onorevole Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Enpa. «Trenitalia non può pensare di eliminare le zecche. Se assicurasse servizi di pulizia decenti, il problema non si presenterebbe nemmeno. Ci opporremo con i nostri legali». Farà lo stesso la Lav. Il presidente della Lega antivivisezione Gianluca Felicetti annuncia: «Il 1˚ ottobre saliremo sui treni con cani di media e grossa taglia, vediamo se ce lo impediranno». Quanto al «modello spagnolo», non transige: «L'esempio va preso dalle aziende che funzionano, come quelle inglesi. La Spagna non ha proprio nulla da insegnarci». In definitiva: «Noi faremo ricorso in ogni sede. Questo provvedimento è gravissimo e in controtendenza con quanto avviene nelle ferrovie di tutto il mondo e con l'orientamento di molte aziende del trasporto locale e delle compagnie di navigazione».
Il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, giorni fa cercato una mediazione. «Se le FS disponessero la presentazione obbligatoria di un certificato che attesti la profilassi antiparassitaria, mi aspetto un atto di collaborazione da parte dei veterinari perché questo certificato sia rilasciato gratuitamente». I consumatori dell'Aduc hanno replicato così: «Prima di parlare a vanvera su cani e gatti, provvedano a pulire bene le carrozze e a licenziare chi lo fa male».


Elvira Serra - 22 settembre 2008 - www.corriere.it


Quando viene designato a capo di un'azienda importante un "fenomeno" di tanta polverosa sapienza che riesce ad affermare «Ci siamo adeguati alla normativa spagnola, un Paese che ha molte analogie con il nostro, a partire dal clima» immagino che si riferisca al fatto che in Spagna, ogni treno che arrivi con cinque minuti di ritardo rimborsa l'intero importo del biglietto e si ispiri a quel modello.
Invece il nostro "fenomeno da paese paranormale", Amministratore Delegato di un'azienda che ha la qualità del servizio offerto equivalente al numero jolly di un'estrazione della lotteria e che quando i suoi treni arrivano in orario ci sono i fotografi ad immortalare l'evento, si riferisce ad una sua geniale soluzione per risolvere il problema dei suoi vagoni discarica eliminado un numero elevatissimo di potenziali inquinatori (i treni sono pieni di cani e gatti viaggiatori) del sistema di trasporto passeggeri su rotaia: gli animali domestici di peso superiore a 6 Kg.!!
Ma dobbiamo essere felici di tanta copiosa ed illuminata fantasia: abbiamo iniziato l'era dei managers strappati alla carriera cabarettistica!!
Vorremmo forse tornare ad arrivare in ritardo senza un Amministratore Delegato che ci regali sorrisi ad ogni viaggio?
All'esilarante fenomeno a capo di Trenitalia faccio presente una cosa: sono io che non faccio salire i miei cani sui suoi treni per evitare di contrarre infezioni e parassiti di varia natura. Anzi, a ben pensarci, dovrei evitare anch'io di salire sui suoi malsani vagoni ... a meno che insieme al biglietto non sia Trenitalia a presentare un certificato medico attestante l'improbabile igienizzazione delle carrozze viaggiatori. Ovviamente non superiore a 30 giorni.

Augusto Druso

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se Soprano si accorda con Colaninno possono creare "Canitalia" ...