venerdì 23 maggio 2008

Italia 2008? - by Livio Androzio

L'Italia, pensai, aveva subìto forme di anticomunismo molto più subdole, e comunque efficacissime, rispetto agli Stati Uniti. Certo, l'ispirazione all'anticomunismo ed un fondamentale aiuto nell'esercizio delle pratiche anticomuniste era pur sempre venuto dagli Usa. Ma qui si tradusse in logge massoniche, in servizi segreti deviati, nelle stragi di stato, nel terrorismo di matrice neofascista e, potrebbe quasi sembrare una bestemmia, anche nel fenomeno delle brigate rosse, più o meno cavalcate dagli Stati Uniti e da una ulteriore ridda di servizi segreti che a prescindere dalla nazionalità, aveva comunque un'identica ispirazione: impedire al PCI di andare al governo.
Ma perchè tutta questa protervia?
Non mi si venga a dire che fù per le dottrine economiche del PCI che, vista la sua storia ( critiche sempre più nette verso i sistemi economici sovietici, riconoscimento dell'ombrello della Nato ) non sarebbero state certo più pericolose di quelle messe in atto in altre socialdemocrazie europee e tanto più che comunque verso gli Usa era comunque vivo tra la popolazione un senso di ringraziamento per la liberazione e per gli aiuti economici ricevuti col piano Marshall.
E allora? Il vero motivo, pensai con rabbia, era per il senso etico e morale che il PCI avrebbe potuto diffondere nella società italiana: era questo il vero ostacolo all'affermarsi di un capitalismo per niente liberale ma anzi, come si vede meglio oggi a distanza di decenni, sempre più bieco e autoreferenziale. L'opposizione alla corruzione dilagante negli apparati dello stato e nelle partecipazioni statali, il rafforzamento dell'autonomia politica dello stato italiano, il rispetto per le regole democratiche e per la magistratura, la diffusione della cultura presso tutti gli strati sociali: questi erano i veri e profondi ostacoli che l'arrivo al governo del PCI ( seppure con molte contraddizioni e con molta lentezza ) avrebbe frapposto all'avanzata del "capitalismo" becero.
Era questo che doveva essere evitato, a tutti i costi. Che poi sia stato chiamato anticomunismo è solo un particolare di costume, una comodità, una semplificazione.
E già l'omicidio Matteotti, mezzo secolo prima, ( e parliamo di un uomo che non poteva certo essere definito "comunista" ) in definitiva non era stato che l'inizio di questa battaglia contro "l'autonomia italiana" che in Italia aveva trovato a difenderla i comunisti. In nessun altro paese europeo è accaduto quello che si è visto negli ultimi 50 anni in Italia.
Oggi questa "tensione morale" è ormai stata ridotta a questione marginale: rimbambiti dalle televisioni che sono solo appendici politiche, da una stampa imbavagliata o collusa, gli italiani non sanno neanche ricordarsi cos'era il comunismo di trent'anni fa; non era certo una forma di economia da socialismo reale, non era certo l'annientazione dei rivali politici nei gulag o in esilio ( anche perchè quì non c'è la Siberia, tutt'al più le Alpi ). Era la voglia di crescere, di educarsi, di formarsi e magari di emanciparsi dai vari protettori, fossero essi gli Stati Uniti o la Russia.
L'Italia 2008 non ha più, purtroppo, l'esigenza dell'anticomunismo, per il semplice fatto che non c'è più nulla del comunismo ( almeno per come lo intendo io ). La sconfitta del comunismo non avviene oggi, ma è già avvenuta trent'anni fa. Ci uccisero il presidente del consiglio che avrebbe portato il PCI al governo. Da quel momento la parabola è stata solo discendente, la società s'è imbarbarita.
Chi sono oggi i comunisti italiani ( presenti o meno in parlamento ), di cosa parlano se non delle loro sottili differenze dottrinali, quale proposta hanno per uno sviluppo sano di questa società? Cosa propongono per rivitalizzare questa società? Si rifanno ancora alla Russia, quella del compagno Putin?
L'Italia 2008 non è comparabile con gli Stati Uniti del 1950 per il semplice motivo che qui è del tutto assente un rischio di ritorno al comunismo. Questa Italia è ormai solo un brodo di frustrazione, di populismo, di maleducazione, di arrivismo, di sopruso, di malavita semplice e organizzata, di affarismo losco e arrembante, di ignoranza, di sfascismo, di intolleranza, di presunzione. E ciò avviene sia negli strati del ceto dirigente, quelli "illuminati", che soprattutto, ed è questo il dolore maggiore, tra la maggioranza della popolazione comune, vittima e carnefice di se stessa. E' questa la sconfitta del comunismo in Italia. Ma viene da molto lontano, non è roba di oggi.Oggi l'Italia ha semplicemente eletto a governarla il suo miglior rappresentante, e si è manifestata pienamente per quello che è oggi.

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