mercoledì 18 giugno 2008
In compagnia di Madame Bovary
Per molti, la vita senza il bovarismo sarebbe un orrore. Quando gli uomini si vedono diversi da quello che sono davvero, quando immaginano di trovarsi in una condizione diversa da quella reale, evitano sì il tragico, ma sorvolano su ciò che realmente sono. Io non disprezzo i credenti, non li trovo né ridicoli né penosi, ma temo che preferiscano rassicuranti finzioni infantili alle crudeli certezze degli adulti. Meglio le rassicurazioni della fede che le inquietitudini della ragione - anche al prezzo di un eterno infantilismo mentale: ecco un gioco di prestigio metafisico a un prezzo mostruoso!
Perciò avverto quello che sempre sale dal più profondo di me stesso quando mi trovo davanti a un evidente caso di alienazione: compassione per le vittime dell'inganno, ma insieme una collera violenta contro coloro che continuamente le ingannano. Non l'odio per chi si inginocchia, ma la certezza di non scendere mai a patti con coloro che li spingono in questa posizione umilinate e ve li tengono. Chi potrebbe disprezzare le vittime? Ma come non combattere i carnefici?
La miseria spirituale genera la rinuncia a sé; essa è all'origine delle miserie sessuali, mentali, politiche, intellettuali e quant'altro. E' strano come lo spettacolo dell'alienazione del prossimo faccia sorridere colui che non si accorge della propria. Il cristiano che mangia pesce di venerdi sorride del musulmano che non mangia carne di maiale, il quale a sua volta si burla dell'ebreo che non mangia crostacei. L'ebreo fondamentalista che dondola davanti al Muro del Pianto guarda con stupore il cristiano genuflesso su un inginocchiatoio, mentre il musulmano stende il tappeto in direzione della Mecca. Tuttavia nessuno conclude che la pagliuzza nell'occhio del vicino è identica alla trave nel proprio . E che sarebbe meglio estendere lo spirito critico, così pertinente e sempre benvenuto, quando si tratta degli altri, anche alla propria condotta.
La credulità degli uomini supera l'immaginazione. il loro desiderio di non vedere ciò che è evidente, il bisogno di uno spettacolo più divertente, anche se dipende dalla più assoluta delle finzioni, la loro volontà di accecamento non conoscono limiti. Meglio favole, finzioni, miti, storie per bambini, che assistere alla scoperta della crudeltà della realtà e riconoscere l'evidente tragicità del mondo. Per scongiurare la morte, l'homo sapiens la congeda. Per evitare di dover risolvere il problema, lo cancella. Dover morire riguarda solo i mortali: il credente, lui, ingenuo e sciocco, sa di essere immortale, che sopravviverà all'ecatombe planetaria. [...]
Michel Onfray - Trattato di Ateologia - Fazi Editore
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento