sabato 28 giugno 2008

La leishmaniosi è curabile, pericolosi gli allarmismi -

Nel corso di un convegno al Sanit, Roberto Romi, dell’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato che la legge prevede l’abbattimento degli animali affetti da leishmaniosi. “Le affermazioni di Romi rappresentano un’istigazione a delinquere”, commenta Gianluca Felicetti, presidente LAV e spiega che “l’articolo 2 comma 2 della Legge 281 del 1991 sugli animali d’affezione prevede come casi possibili di soppressione di cani in canili solamente ‘l’incurabilità’ o una situazione di animali ‘gravemente malati' ".Le Linee guida per il controllo del serbatoio canino della leishmaniosi in Italia - che rappresentano il vero e proprio documento ufficiale sulle modalità di rilevamento e gli interventi con cui affrontare questa zoonosi - prevedono la terapia e non la soppressione degli animali e stabiliscono che il problema va affrontato attraverso la sorveglianza attiva dell’infezione canina nel territorio, la terapia dei soggetti infetti e l’utilizzo di misure antivettoriali per il controllo della trasmissione. “C’è un altro aspetto che non deve essere affatto sottovalutato“ aggiunge Ilaria Innocenti, corresponsabile settore Cani e gatti LAV, “ed è che la legge 281/91 già norma l’eutanasia e, grazie alla sua flessibilità, è al passo con i progressi della medicina veterinaria”. La LAV non ritiene né etica e né giuridicamente corretta l’introduzione di una norma che definisca i casi specifici nei quali un veterinario è obbligato a procedere. Ciò contrasterebbe anche con il codice deontologico dei medici veterinari. Il nuovo Codice infatti, introduce l’importante concetto della promozione del rispetto degli animali e del loro benessere in quanto esseri senzienti, e ribadisce che i medici veterinari devono agire secondo scienza e coscienza. Agire secondo scienza e coscienza significa - in base al Codice Deontologico - che il comportamento del professionista deve essere inteso come l´espressione di quel delicato equilibrio che il Medico Veterinario assume caso per caso nelle scelte cliniche, tra il bagaglio scientifico collettivo e individuale e le personali convinzioni morali. Un obbligo di procedere all’eutanasia stabilito per legge potrebbe quindi andare nella direzione di negare la libertà di scelta dei medici veterinari. La LAV invita Romi a pesare i suoi interventi, anche alla luce dell'effetto che simili allarmismi possono creare in chi vive con gli animali. Il fenomeno dell’abbandono in Italia è grave e non deve essere creato un clima di sospetto che potrebbe favorirlo.
La leishmaniosi è una malattia curabile e non giustifica l’uccisione dei cani che l’abbiano contratta. Dati emersi da uno studio effettuato nel canile del comune di Terracina (Latina) nell’arco temporale 1997-2003, solo per fare un esempio, dimostrano come attraverso l’applicazione di misure di profilassi individuale e ambientale si sia ottenuta una diminuzione annuale progressiva dell’incidenza della malattia. La leishmaniosi può essere tenuta dunque sotto controllo mediante il controllo e la cura degli animali affetti dalla patologia, e una corretta educazione sanitaria della popolazione.


25/06/08 - http://www.lav.it

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