giovedì 19 giugno 2008
... ma ne vale davvero la pena? - by Augusto Druso
Oggi voglio raccontare una storiella avvenuta in una parte qualsiasi dell'Italia, in una qualsiasi situazione e con persone qualsiasi.
Luogo: Italia, in un bar.
Attori: avventori e personale del bar.
Situazione: commenti al telegiornale delle 13:00.
Narratore: uno degli avventori.
"Sono da poco passate le 13:00 e come tutti i giorni inizio a sentire la necessità di mettere qualcosa sotto i denti. La scelta cade su qualcosa di fresco, uno yogurt, un frullato, una bibita.
Appena varcata la soglia del locale, perfettamente condizionato in questo primo giorno d'estate, la discussione è animatissima tra tutti i clienti del bar mentre una giornalista sta chiudendo il suo servizio nel TG in uno splendente televisore. Nella bolgia dello scambio di opinioni generato da quel fatto di cronaca mi colpiscono alcune affermazioni: "... ma cosa ci è andato a fare lì ... già lo hanno messo sotto scorta ... è andato a provocare ... allora vuole proprio farsi ammazzare ...". Conoscendo molti dei partecipanti dell'insolita tifoseria senza pallone, da me ritenute brave ed oneste persone, lavoratori indefessi, mi faccio avanti e chiedo cosa stia provocando tale reazione e soprattutto come ha potuto un soporifero telegiornale di mezza giornata avere un effetto così eccitante e decisamente contrario alla sua vocazione. Mi viene subito risposto in coro: "... quello che ha scritto il film ... quello che ha fatto il libro ... Gommora ... 16 ergastoli ... no, non doveva proprio andarci, non è corretto (?!?) ...".
A fatica risalgo alla notizia: c'è stata da poco la sentenza di appello del processo Sparatcus sul clan dei casalesi; sono state inflitte o confermate, le 16 condanne all'ergastolo. E gli avventori di cosa stavano discutendo? Non della sentenza quasi storica che confermava tutta l'istruttoria, non della piaga delle mafie e delle camorre, ma della presenza provocatoria di Roberto Saviano alla lettura delle sentenze!!
Mi siedo e con lo stomaco sottosopra, forse più per lo yogurt che per le affermazioni, continuo a vedere il TG che passa circa 10 min. di notizie sulla sicurezza, su stupri su donne ed un "approfondimento" sulle molestie telefoniche che circa il 20% del sesso gentile, secondo il servizio, è costretto a subire. Ovviamente il pubblico ancora caldo, sarà l'effetto dell'afa dei primi 30 gradi stagionali, si indigna e si lancia in proclami di morte per coloro che commettono tali reati. Il servizio termina con una graziosa, ma graziosa davvero, intervista all'illustre ministro non so di cosa On. Garfagna, che dice che le pene per le molestie telefoniche alle donne sono state duramente inasprite. Tra il tripudio e le ovazioni dei clienti a questa iniziativa, il giornalista conclude che le pene sono state portate a ben 4 anni di reclusione per chi delinque con simile reato.
E qui si è sfiorato il dramma: veramente disorientato da quanto stava accadendo, nel vedere quel delirio collettivo di una decina di brave ed oneste persone e lavoratori che osannavano a pene di morte e anche qualcosa di più, in quell'orgia di approvazione delle durissime pene in clima da ultras da stadio, ho azzardato a fare la seguente battuta: "Come è possibile scoprire il reato di molestia telefonica e di conseguenza istituire un processo, se per reati condannabili sotto i 10 anni di reclusione non sono consentite le intercettazioni telefoniche?"."
Il resto della storia provatelo ad immaginare voi.
La cosa per me agghiacciante è che il povero Saviano è stato additato come fosse lui il responsabile del processo e dei problemi di criminalità organizzata. Per lui nessuna solidarietà. Era meglio che non avesse scritto nulla è stato un altro dei commenti più delicati nei suoi confronti.
Poi alle notizie altrettanto aberranti dei crimini contro le donne sono partite le invettive contro il delinquente di turno, senza sapere chi fosse. Nessun commento che le pene siano state "elevate" soltanto adesso, come se i reati contro le donne non fossero da conserarsi crimini.
Quello che chiedo a tutti voi, a Roberto Saviano, a Marco Travaglio è: vale davvero la pena prendersi la briga e di rischiare la vita, la galera o una semplice aggressione verbale anche se in nome della democrazia e della libertà per tutti? Anche per la parte più becera e cavernicola di questa povera Italia?
Augusto Tiberio Druso
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